Introduzione
Per diverso tempo, dopo la firma degli Accordi Generali di Pace (AGP) a Roma, il 4 ottobre del 1992, fra il governo mozambicano gui[1]dato dal FRELIMO (Fronte di Liberazione del Mozambico) e la RENAMO (Resistenza Nazionale del Mozambico), una buona parte della comunità internazionale e accademica aveva considerato il Mozambico come un raro caso di successo in Africa.
La realtà si è rivelata assai più complessa rispetto alle previsioni iniziali, nonostante l’illusione di un paese pacificato e sulla via di una democrazia stabile sia stata propagandata a lungo, anche a causa di un incremento medio annuo del PIL pari al 7,2% fra il 2000 e il 20161.
Questo studio offre una riflessione su come la “transizione” dalla Prima alla Seconda Repubblica – ossia da uno Stato socialista con un regime a partito unico a uno democratico e multipartitico, non abbia seguito il percorso che era stato auspicato e previsto durante tutti gli anni Novanta e per buona parte del nuovo secolo. Al contrario, vi è stata una deriva autoritaria associata a nuovi conflitti interni. Non si è trattato di un fenomeno improvviso, ma costante, a partire dal 2009 circa fino a oggi, come tutti i principali indicatori su democrazia, libertà di espressione, diritti umani evidenziano.